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Chi può dire di essere immune al fascino dei Lego? Noi di sicuro no! I mitici mattoncini colorati hanno caratterizzato la nostra infanzia, permettendoci di dare sfogo “concreto” alla nostra creatività.
C’è però chi è andato oltre, incurante dell’infanzia ormai passata, continua ad utilizzare i mattoncini: per scopi più aulici, però. Marco Pece alias Udronotto, ricrea opere d’arte celeberrime proprio con i Lego! E lo fa meravigliosamente bene: Gli abbiamo chiesto di spiegarci da dove nasce questa passione e perché ha deciso di dedicarsi a una forma d’arte tanto particolare. Ecco cosa ci ha risposto.
“Perché Lego? Il tutto scaturisce dall’esigenza di appropriarsi del mondo dell’arte, rivisitandolo e trasformando la sua magnificenza e aulicità in semplicità e immediatezza di messaggio; per esprimere questo ho pensato a qualcosa che fosse molto riconoscibile come un gioco. Il passo seguente è stato quello di utilizzare i mattoncini Lego Bricks come mezzo espressivo e ho quindi iniziato a fare copie di quadri celeberrimi, di scene di film, di fotografie famose ed ho anche immortalato momenti della mia vita quotidiana, praticamente un falsario ad ampio spettro.
Tecnicamente queste installazioni vengono realizzate con molta attenzione ai particolari e successivamente fotografate. Con l’atto del fotografare l’installazione in quanto opera finisce di esistere e si riafferma come opera d’arte nell’immagine, testimonianza di tutto il lavoro.
Tutto questo lavoro, nato e cresciuto sul web, ha avuto grazie a questo strumento di comunicazione la sua massima visibilità, sino ad essere ripreso su alcune testate nazionali (Repubblica) ed internazionali (The Times,The Indipendent, The Daily Record)
“Perché Lego? Il tutto scaturisce dall’esigenza di appropriarsi del mondo dell’arte, rivisitandolo e trasformando la sua magnificenza e aulicità in semplicità e immediatezza di messaggio; per esprimere questo ho pensato a qualcosa che fosse molto riconoscibile come un gioco. Il passo seguente è stato quello di utilizzare i mattoncini Lego Bricks come mezzo espressivo e ho quindi iniziato a fare copie di quadri celeberrimi, di scene di film, di fotografie famose ed ho anche immortalato momenti della mia vita quotidiana, praticamente un falsario ad ampio spettro.
Tecnicamente queste installazioni vengono realizzate con molta attenzione ai particolari e successivamente fotografate. Con l’atto del fotografare l’installazione in quanto opera finisce di esistere e si riafferma come opera d’arte nell’immagine, testimonianza di tutto il lavoro.
Tutto questo lavoro, nato e cresciuto sul web, ha avuto grazie a questo strumento di comunicazione la sua massima visibilità, sino ad essere ripreso su alcune testate nazionali (Repubblica) ed internazionali (The Times,The Indipendent, The Daily Record)
Fedeltà all’originale, scelta di opere molto celebri, enfatizzazione del colore, ironia, provocazione contemporanea, tutto questo è il mio lavoro.”